Coda di Volpe
La prima citazione della Coda di Volpe risale alla seconda metà dell’ottocento, quando Froio la include tra le varietà coltivate in Campania. La Coda di volpe è un vitigno a bacca bianca, tipicamente campano, diffuso solo in ambito regionale. Presente soprattutto in provincia di Benevento, è coltivata in tutte le province della Campania, dove figura tra le varietà raccomandate. La Coda di Volpe, prende il nome dalla forma tipica del grappolo che richiama la coda della Volpe. Come vitigno vinificato in purezza, dà origine all'omonima tipologia monovitigno nell'ambito dei vini a DO Sannio e nelle sottozone Taburno, Sant'Agata dei Goti, Solopaca e Guardiolo.
Vitigno non molto vigoroso, si adatta a potature corte e forme a spalliera, ha una bassa fertilità delle gemme e produzione non molto costante. Presenta una certa compattezza del grappolo ed è sensibile alle condizioni climatiche in fioritura. Resistente abbastanza bene alla Botrytis, meno alla peronospora. Si adatta a diverse tipologie d'innesto. L'epoca di maturazione è mediamente verso la prima metà d'ottobre. Il livello di zuccheri alla vendemmia è abbastanza elevato, mentre l'acidità totale è piuttosto bassa.
Il profilo sensoriale del vino da uve Coda di Volpe, presenta un colore giallo paglierino con riflessi dorati. Il profumo è gradevole, dominato da note fruttate di pera, floreali di fiori gialli e sentori minerali. Al gusto è un vino sapido e sufficientemente fresco di acidità, che si accompagna a pietanze a base di pasta o riso in salsa bianca o con verdure, ma anche minestre di verdure, carni bianche (pollo), formaggi non molto stagionati.