La cinquantaduesima edizione del «Vinitaly» premia il «Sannio dei vini diversi». Vasta la platea degli addetti ai lavori che, durante le quattro giornate dell'evento veronese di respiro internazionale, ha affollato l'area che raccoglieva le aziende sannite, ospitate nel padiglione della Regione Campania. Una trasferta che ha iniettato tanta linfa al mondo della produzione beneventana.
Questa edizione del «Vinitaly» ha sancito definitivamente la fine della corsa alla standardizzazione del gusto e la rincorsa ai vitigni internazionali, con la prorompente entrata in scena dei vitigni storici. Una rivoluzione dello scenario dettata dalle tendenze delle nuove generazioni - i cosiddetti millennials - sempre più alla ricerca di vini autentici e rari. Vale a dire di quei vini che sono frutto di vitigni capaci di esprimere con immediatezza l'identità di un territorio e le sue peculiarità.
Il Sannio, come l'intera Campania, si va caratterizzando sempre più, dunque, come territorio emergente, come scrigno prezioso capace di custodire diverse varietà che nel recente passato hanno rischiato di scomparire, perché considerati «figli di un Bacco minore». Vitigni il cui fascino - a lungo sopito - vive ora una fase di risveglio, capace di far conoscere il territorio sannita ben oltre i confini italiani. Si spiega così la considerevole presenza di operatori stranieri che ha animato lo spazio allestito dalla Camera di Commercio sannita.
É stato il «Vinitaly» dell'attenzione prestata ai vini ottenuti dalle uve coda di volpe, barbera sannita, piedirosso ed ancora sciascinoso e moscato e fino all'agostinella. Ma è stato soprattutto il «Vinitaly» dell'affermazione della poliedricità dei vitigni aglianico e falanghina. Da una parte l'Aglianico del Taburno Docg in versione rosato, dall'altra la Falanghina del Sannio Dop in versione bollicine. Rosato e spumanti di qualità, protagonisti delle due masterclass organizzate dal Consorzio Tutela Vini Sannio, hanno dimostrato la loro capacità di saper interpretare e intercettare le nuove tendenze del mercato.
Grazie a questi due importanti vitigni il Sannio guarda con maggiore fiducia al futuro. Le bollicine a denominazione di origine ottenute dall'uva falanghina e il primo vino rosato fermo ad ottenere in Italia (nel 2011) il fregio della Docg, rappresentano una delle carte vincenti delle sfide future, con il Sannio che dovrà mostrarsi sempre più capace di soddisfare le richieste che arrivano dai giovani consumatori. Scelte che vanno preferendo quei vini particolarmente versatili a tavola, dalle grandi potenzialità di abbinamento ad una cucina sempre più variegata e leggera, oltre quei vini che si offrono come perfetta opzione da consumare nell'ambito della crescente tendenza dell'aperitivo o dell'happy hour.
Il Sannio è stato protagonista anche al concorso enologico «5 Star Wines». Questa iniziativa, nata in occasione della cinquantesima edizione della rassegna, fornisce ai vini delle aziende che ottengono un risultato uguale o superiore a 90 centesimi uno strumento di marketing riconoscibile e facilmente comprensibile da buyer e consumatori,sotto forma di un bollino adesivo da apporre in etichetta. A questo fregio si somma l'inserimento dell'etichetta selezionata in una specifica guida, nata per premiare lo sforzo delle cantine che investono nel continuo miglioramento qualitativo dei propri prodotti, attraverso un raffronto prestigioso che individui uno strumento unico di marketing e di promozione sui mercati internazionali. Si tratta di uno strumento che vuole essere una garanzia per i buyer internazionali sulla qualità dei nuovi vini immessi sul mercato ma ancora non conosciuti. Per il Sannio sono state selezionate due etichette a base di uve aglianico: Sannio Aglianico 2016 di Cantine Iorio e Aglianico del Taburno Docg 2012 di Torre del Pagus. A superare il banco di prova altre due etichette di vini rossi, il Sannio Sciascinoso Maliziuto 2017 della Vinicola del Sannio e il Sannio Barbera Assenza/Barbetta 2016 dell'Antica Masseria Venditti e l'etichetta Sannio Fiano 2017 Vignolè della Vinicola del Sannio.
Restando nel campo dei riconoscimenti resta da sottolineare il secondo posto ottenuto dalla cusanese Michela Di Muzio alla prima edizione del concorso fotografico «Campania, paesaggio di... vino», indetto in occasione del Vinitaly dalla Direzione generale per le politiche agricole, alimentari e forestali della Regione Campania. La Di Muzio con la fotografia «Non nevicava dal '56» si è piazzata alle spalle del giuglianese Alessandro Liccardo, vincitore del concorso con la fotografia «Vino su tela!».
Pasquale Carlo > ufficiostampa@sanniodop.it
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