Diecimila ettari vitati, settemilanovecento imprenditori viticoli, circa cento aziende imbottigliatrici per oltre un milione di ettolitri di vino prodotto, tre denominazioni di origine e una indicazione geografica per più di sessanta tipologie di vini, sono gli elementi salienti del vigneto Sannio, che assegnano alla provincia beneventana la leadership nel comparto vitivinicolo della Campania.
Aglianico, sommarello, piedirosso, sciascinoso, agostinella, falanghina, cerreto, coda di volpe, grieco, malvasia, fiano, ma anche passolara di San Bartolomeo, olivella, carminiello, palombina, moscato di Baselice, sono solo alcuni esempi del patrimonio viticolo sannita.
Basta viaggiare attraverso le sue colline per comprendere quanto la viticoltura sia caratterizzante il territorio, e quanto sia soggetto tutelante l’ambiente e fonte di sostentamento economico delle sue genti. Non deve sorprende quindi, che nella provincia più agricola della Campania, il primo posto nella produzione di reddito in agricoltura, spetta proprio al comparto vitivinicolo.
In alcune aree la vite e la sua epoca vegetativa, scandiscono il tempo della vita della comunità locale, in specie nelle aree tra il massiccio del Matese e il Taburno, e dalle pendici del Taburno al fiume Calore.
Oggi l’intero comparto, attraversa un rinnovato entusiasmo, partendo da una trasformazione da area che storicamente era viticola ad area vinicola, con la nascita di nuovi imprenditori e nuove tecniche di conduzione agricola, nel segno di una rinnovata tradizione. Non a caso operano nella provincia strutture associative sotto forma di cooperative, che riuniscono insieme quasi duemilacinquecento viticoltori, realtà associative e produttive uniche a livello regionale e di importanza significativa a livello di Italia meridionale.
La vite, in definitiva, è il segno inequivocabile dell’identità culturale e sociale dell’intera comunità sannita.